Sant'Antioco - Guida Turistica

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.: TRADIZIONI
Sagra di Sant'Antioco
 Il quindicesimo giorno dopo la Pasqua si svolge la Sagra di Sant'Antioco, protettore dell'isola e santo patrono della Sardegna. Da tutta l'isola arrivano decine di gruppi folcloristici che sfilano lungo le strade del paese a seguito del simulacro del Santo. Il sabato precendente alla festa si svolge la sfilata de "Is coccois". Per l'occasione le donne più esperte del paese nella produzione del pane preparano dei piccoli pani speciali bianchi e lievitati detti "Coccòis de su Santu", decorati con motivi floreali e piccoli uccelli; is coccois sono portati da gruppi di fedeli nella Basilica e per alcune settimane sono tenuti ad ornamento del simulacro e delle reliquie. Queste sono conservate nella basilica di Sant'Antioco, e anch'esse vengono portate in processione. Nascosto sotto un reliquiario dorato custodito in chiesa è conservato il cranio del santo e in una teca una parte del femore e del bacino. La Sagra di Sant'Antioco è la più antica festa religiosa documentalmente attestata in Sardegna. In un documento del 1520 a firma dell'allora Giudice di Cagliari, Sant'Antioco viene attestato come santo patrono della Sardegna. L'origine della sagra attuale va riportata al 1615, anno di ritrovamento di quelle che si credono le reliquie del santo nelle catacombe sottostanti la basilica. Il primo di agosto si celebra un'altra edizione della sagra in onore del santo, certamente non meno suggestiva di quella primaverile, anche questa con processione religiosa e parata di gruppi in costume sardo. Il 13 novembre si celebra la ricorrenza religiosa con processione serale. Gli abitanti di Sant'Antioco venerano il loro santo in modo profondo e con un sentimento che va molto al di là della religione. Al Santo è affidata la protezione della famiglia e in lui gli antiochensi trovano conforto in periodi di difficoltà o di malattia. La processione in costume in occasione delle sagre può sembrare agli occhi del forestiero variopinta, chiassosa e disordinata ma dietro il folclore si nasconde un sentimento di affetto e devozione profondissima per il Santo.
Riti della Settimana Santa
 A Sant'Antioco sono particolarmente sentiti i riti della Settimana Santa. La processione del venerdì santo, di stampo catalano, è molto suggestiva. Un Cristo morto viene portato in processione al tramonto su un catafalco dorato, seguito dalla Madonna vestita a lutto. La mattina di Pasqua si svolge il rito de "S'incontru". Il Cristo Risorto e la Madonna sono portati a passo veloce da due lati opposti del paese verso la piazza. Qui s'incontrano mentre in segno di festa vengono sparati verso il cielo botti e mortaretti.
I Costumi
 I costumi tradizionali di Sant'Antioco sono oggi indossati solo in occasione delle sagre religiose. Solo alcune fra le donne più anziane ancora portano ogni giorno una versione semplificata del costume tradizionale. I costumi di Sant'Antioco sono di tipologia diversa in base alla posizione sociale di chi li indossa. Su "bistiri a nostrana" era indossato dalle donne della borghesia agricola. Comprende una gonna a pieghe, "sa fardetta de mesu grana", di colore rosso, in tessuto d'orbace finissimo, "su ventalliccu", il grembiule nero ricamato, "su gipponi", il corpetto stretto in raso o velluto, "sa camisa a polanias", la camicia bianca ricamata, "su panneddu", da mettere sulle spalle, "sa perr'e sera", il fazzoletto ricamato, "is bottinus" le scarpe rosse con il tacco, i gioielli: "sa gioia" (un ciondolo), "is arreccadas" (gli orecchini), "is aneddus" (gli anelli). "Sa massaia", la donna di casa vestiva in modo più semplice e senza gioielli (a parte la fede). In questo vestito si ritrovano "su gipponi", "sa perr'e sera", "su ventalliccu". Sul capo una cuffia rossa "sa scuffia", ai piedi gli zoccoli in legno fasciati da una banda rossa: "is cappus". Sobrio ma fiero il vestito de "Su massaiu", l'uomo, caratterizzato dai colori nero dei pantaloni "is cracciònis", tessuti in orbace e tenuti stretti in vita da una cintura in cuoio e dal bianco della camicia in lino ricamata: "sa camisa". Alla cintura viene sempre tenuto un fazzoletto piegato, di colore rigorosamente rosso. Sul capo una "berritta" nera; le scarpe sono ricoperte da ghette, sempre nere, "is cràccias". Il corpetto nero, da indossare sopra la camicia ("Su cossu") è adornato da una doppia fila di monete dorate usate a mo' di bottoni. Il cappotto di lana marrone, "su gabbanu", bellissimo, comodo ed elegante, è più somigliante ad un mantello che a un cappotto, ma ha le maniche.